PHIL BORGES
Voglio vedere questa gente come individui, conoscere i loro nomi e un po’ della loro storia.
Non vederli come un’anonima parte di un’etnia remota.”
Phil Borges – fotografo artista - è uno dei maestri della fotografia americana, che da oltre 25 anni documenta con passione, la vita delle popolazioni tribali di tutto il mondo, utilizzando il veicolo del “ritratto ambientale”, per sollevare le problematiche delle popolazioni indigene e per diffonderne la loro conoscenza.
Una fotografia tesa a dar voce a chi non ce l’ha, a chi è ormai così troppo lontano dal nostro mondo moderno occidentale – dalla nostra quotidianità troppo accelerata.
Una Missione la sua: rivalutare queste culture che rischiano seriamente di scomparire, mettendo l’accento sul loro valore che mai come oggi è così attuale ed importante ed è proprio attraverso le sue fotografie ed i suoi libri che cerca di creare un rapporto tra il pubblico: “Voglio che lo spettatore veda queste persone come individui, che conosca i loro nomi ed un po’ della loro storia, non che le veda solamente come degli estranei che abitano in terre lontane”.
Il suo lavoro esplora il processo di costruzione di un progetto fotografico dal concepimento iniziale, alla creazione, distribuzione e, infine, attraverso mostre, libri e multimedia in Internet.
Nel 2000 Phil fonda “Bridge to Understanding”, un progetto on line, con lo scopo di responsabilizzare i giovani a migliorare la comprensione tra le culture e costruire una cittadinanza globale, utilizzando la tecnologia digitale e l'arte della narrazione. Questo progetto è in rapida ascesa e dispone di siti in India, Kenya, Guatemala, Perù, Nepal e Navajo Nation.
Pluripremiato per il suo impegno umanitario, nel 2008 ha collaborato con Amnesty International per la pubblicazione di “Enduring Spirit”: una mostra ed un catalogo per celebrare il cinquantenario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Nel 2003 ha ricevuto il premio umanitario Lucie al 1° Annual International Photografy Awards.
Ha, inoltre, al suo attivo innumerevoli collaborazioni da National Geographic a Discovery per documentari che indagano sulle culture indigene che mantengono un dialogo spirituale col mondo naturale.
Nel suo libro “Tibetan Portrait, the power of compassion” rappresenta gli individui appartenenti ad una cultura profondamente spirituale, che sono stati emarginati e sfollati dalla loro patria.
Le sue opere sono state esposte in musei e gallerie di tutto il mondo, ed è per la prima volta qui a Torino.